Cosa sono gli F-GAS e perché richiedono i controlli ?
Come anticipato, gli F-Gas sono dei gas refrigeranti utilizzati nelle pompe di calore ad aria per raffrescare l’aria. Il termine F-Gas deriva dal nome gas fluorurati, ossia dei gas artificiali che non si trovano in natura, ma che vengono generati solo dalle attività umane.
Sono utilizzati all’interno di diversi macchinari e dispositivi, tra cui appunto quelli per il raffrescamento estivo, come le pompe di calore.
Si suddividono in tre tipologie,
- idrofluorocarburi (HFC),
- perfluorocarburi (PFC),
- esafluoruri di zolfo (SF6).
L’uso e la dispersione di questi gas causano delle conseguenze sull’ambiente, in quanto aumentano l’effetto serra.
Nel caso degli impianti di raffrescamento, quindi, si sono introdotti specifici controlli, al fine di monitorarne le perdite in atmosfera. Un tempo si faceva riferimento alla quantità di gas contenuta nell’apparecchio, mentre ora si valuta l’impatto dei gas, ossia la loro capacità di riscaldare l’atmosfera e aumentare l’effetto serra.
Per questo motivo, ad ogni gas refrigerante corrisponde un valore GWP (dall’inglese global warming potential), necessario a calcolare la quantità di CO2 emessa e, quindi, l’incidenza sull’effetto serra. Facendo un esempio, il gas R-32 ha un GWP di 675, quindi ogni kg di gas causa 675 kg di CO2.
Regole e riferimenti normativi per il controllo degli F-GAS
Tra i principali riferimenti normativi per gli impianti di climatizzazione che contengono F-Gas c’è il Regolamento (UE) N. 517/2014 del 16 aprile 2014, applicato dal 1° gennaio 2015. Tra le novità introdotte ci sono aspetti relativi:
- alla gestione dei controlli delle perdite,
- alla certificazione delle persone fisiche,
- alle restrizioni all’immissione in commercio dei gas
- al divieto di immissione in commercio.
Per quanto riguarda i controlli delle perdite si cambia il criterio che definisce l’obbligatorietà di questo intervento, che prevede anche la compilazione del libretto di impianto. Come anticipato, non ci si basa più sulla quantità di gas contenuti negli apparecchi (espressa in kg dal costruttore), ma sulle tonnellate di CO2 equivalente, ossia l’incidenza del gas contenuto nell’impianto sull’effetto serra.
Questo valore si ottiene moltiplicando il valore GWP di riferimento, per le quantità di gas. Da alcuni anni, infine, l’obbligo di controllo delle perdite è imposto per tutti i dispositivi che superano le 5 tonnellate di CO2 equivalente.
La frequenza dipende dall’impatto calcolato e può essere ridotta nel caso in cui siano installati sistemi per il rilevamento delle perdite. Per ogni apparecchiatura si devono definire in un apposito registro:
- la quantità e il tipo di gas;
- eventuali aggiunte di gas in fase di installazione o manutenzione o a causa di perdite;
- se i gas sono stati riciclati o rigenerati;
- la specifica del soggetto che si è occupato di installazione, assistenza, manutenzione e riparazione.
Infine, ovviamente, sono registrati anche tutti i controlli effettuati. Il tempo di conservazione dei registri è previsto di almeno 5 anni.
In conclusione, il D.Lgs 163/2019 “Disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni di cui al regolamento (UE) n. 517/2004 sui gas fluorurati a effetto serra” prevede sanzioni amministrative pecuniarie, fino anche a pene detentive, per le violazioni degli obblighi previsti.
Chi può occuparsi della dichiarazione F-GAS
La gestione degli interventi relativi ad impianti che contengono F-Gas deve necessariamente essere affidata ad imprese con personale qualificato. I soggetti che si occupano di installazione, assistenza, manutenzione, riparazione e smantellamento hanno l’obbligo di certificazione.
Secondo il DPR 146/2018 i professionisti certificati si occupano di comunicare per via telematica gli interventi effettuati. In questo modo sono trasmesse informazioni quali:
- la data e il luogo di installazione dell’impianto e le sue caratteristiche,
- l’anagrafica dell’operatore incaricato dell’intervento,
- il codice univoco di identificazione dell’apparecchiatura,
- la tipologia e quantità di F-GAS,
- la tipologia di controllo o operazione svolta.
Tutte le persone fisiche e le imprese obbligate alla certificazione, sono anche soggette all’iscrizione al Registro telematico nazionale.
Altre manutenzioni necessarie per gli split e le pompe di calore
Oltre al controllo delle perdite degli F-Gas i condizionatori a pompa di calore sono soggetti anche ad altri interventi di manutenzione obbligatoria. Nello specifico si parla di controllo dell’efficienza energetica, necessario per tutti gli impianti con potenza di raffrescamento superiore ai 12 kW (10 kW nel caso del riscaldamento invernale).
La frequenza con cui si deve fare questo intervento varia a seconda della potenza installata, ma per la maggior parte degli impianti è ogni 4 anni (sotto i 100 kW). Infine, è opportuno eseguire la manutenzione ordinaria, secondo quanto indicato dal produttore, che è altrettanto importante per garantire efficienza e sicurezza in fase di utilizzo. Ne sono un esempio il regolare controllo di ogni componente e la relativa pulizia, che incide anche sul mantenimento della salubrità dell’aria interna.
Riassunto scadenze:
Questo articolo ti è stato utile?
Fantastico!
Grazie per il tuo feedback
Siamo spiacenti di non poterti essere di aiuto
Grazie per il tuo feedback
Feedback inviato
Apprezziamo il tuo sforzo e cercheremo di correggere l’articolo